
Se non avete figli adolescenti vi basterà ricordare com’eravate allora, oppure fate come me, infilatevi nello spogliatoio femminile di una palestra e se un adolescente chiacchiera con una sua amica (come mi è successo ieri) fingetevi indifferenti e disinteressati ma non perdetevi una sola battuta di quella fantastica conversazione.
Come in ogni epoca anche quella attuale ha delle frasi di rito e se volete comunicare con uno di loro non potete permettervi di non conoscerle. Prima fra tutti “scialla” che sta ad indicare il non doverti accalorare per questioni di poco conto, emblema del loro modus vivendi (beati loro!). La “sciallezza” viene espressa in molteplici modi ad esempio quando devono dirti ciò che pensano di te, vanno dritti al punto senza mezze misure o parole. Sono in grado di farti sentire un essere piccolo ed insulso sovrastato dal peso della vecchiaia e loro invece sono energici, sfacciati e apparentemente disinteressati a tutto e tutti il che li rende dei marziani ai nostri occhi. Ma non è così, dovreste poter entrare nel branco per comprendere a fondo quanto invece siano pieni di emozioni, impegnati nella costruzione di intense relazioni, capaci di essere delusi ed amareggiati dai tradimenti ma anche in grado di risollevarsi in fretta, lunatici, irrequieti ed impazienti con un mondo privo delle sfumature del grigio e con una spontaneità che cercano di non far trasparire al mondo degli adulti che li circondano. Ecco perché se gli chiedi come ti sta il nuovo paio di Jeans a vita alta all’ultimo grido sono in grado di incenerirti con un solo sguardo, di farti sentire ridicola manco fossi Bridget Jones alla cena di Natale, di farti crollare solo con un’alzata di sopracciglia. No scusate, non ditemi di non aver mai conosciuto una persona in grado di alzare quell’unico sopracciglio che racchiude in sé tutto il disprezzo e lo sdegno che solo uno di loro può non aver paura di mostrare (in effetti c’è anche qualche adulto in grado di fare questo ora che ci penso ma in questo caso parliamo come minimo di un disturbo di personalità!).
Un altro termine usato è “accollarsi” ovvero non dare fastidio, “non ti accollare” nel senso di “sei pesante” o qualcosa del genere. Tu magari vuoi parlare con loro, intrattenere una conversazione normale, sapere di loro e della loro vita privata o raccontargli qualcosa di tuo ed il risultato può essere duplice, una verbalizzazione autentica e spontanea come appunto “non ti accollare” oppure l’alzata di sopracciglia con annesso sbuffo. Non credo che qualcuno di noi a parte l’adolescente conservi questo modo così diretto di mostrare ciò che prova. A noi adulti non verrebbe mai in mente di sbuffare in faccia a qualcuno anche se a volte ne abbiamo davvero voglia, a noi adulti non verrebbe mai in mente di dire alla nostra amica logorroica “non ti accollare” eppure rifletterebbe esattamente quello che sentiamo in quel momento. Sarà forse la trasparenza di cui parla Carl Rogers che viene mantenuta intatta nell’adolescenza? E si tratta forse della congruenza di cui sempre parla Carl Rogers? Beh, Rogers definì così queste due capacità: la congruenza è il contatto con la propria esperienza, immediata e presente nel qui ed ora e la trasparenza è la capacità di esprimere questi stati interni in modo adeguato verbalmente e non (Rogers 1951). E allora vi starete chiedendo dove voglio andare a parare, se vi sto dicendo che gli adolescenti hanno un maggior contatto con loro stessi rispetto a noi adulti. In un certo senso sì, certo per noi il loro modo di esprimersi è sgradevole e maleducato ma mi volete dire che non è assolutamente sincero? Sicuramente questa modalità è dovuta anche all’impulsività che caratterizza questa fase di vita, all’aumento del narcisismo che li fa sentire superiori e onnipotenti ed alla continua sfida che pongono nelle relazioni con loro stessi ma anche con gli altri. Ma chi di noi non vorrebbe tornare un po’ a quell’età, senza il peso delle responsabilità, con una qualità del sonno che farebbe invidia ad un ghiro in letargo, con la sensazione di non avere il tempo che stringe alle calcagna, con le energie di Popeye dopo un’abbuffata di spinaci e con la sfacciataggine di chi non ha niente da perdere? Il mio augurio è che possiate, voi adulti, conservare intatta quella parte adolescente che è dentro ognuno di noi (anche per poterli incenerire a nostra volta con la fatidica alzata sopraccigliare!)