Innanzitutto distinguiamo tra cefalea tensiva ed emicrania,
La CEFALEA è caratterizzata da un dolore di tipo costrittivo e NON pulsante, la severità del dolore è lieve o media e può inibire le attività quotidiane ma non impedirle. La localizzazione del dolore è più frequentemente bilaterale (solo nel 5-10% dei casi è unilaterale). Gli sforzi fisici non aggravano il dolore e la presenza di nausea o vomito esclude la diagnosi di cefalea tensiva. Può essere presente fastidio alle luci ed ai rumori.
La cefalea tensiva può esser definita cronica quando gli episodi sono maggiori di 15 al mese, in caso contrario viene definita episodica.
L’EMICRANIA si distingue in due tipologie, quella con AURA e quella SENZA AURA. L’aura consiste in una serie di sintomi, prevalentemente visivi, ma anche di tipo sensoriale, motorio o linguistico che scompaiono circa in un’ora lasciando spazio all’insorgere del mal di testa.
Il dolore è di intensità medio-forte, generalmente unilaterale, pulsante ma a volte anche costrittivo. Più il bambino è piccolo e più è raro che il dolore sia unilaterale. Spesso il dolore è accompagnato da nausea o vomito, fotofobia e fonofobia.
COME INTERVENIRE:
Per prima cosa è necessario escludere la presenza di una causa organica che giustifica l’insorgenza del disturbo quindi è importante rivolgersi ad uno specialista che attraverso la storia clinica, l’esame obiettivo e neurologico possa effettuare una diagnosi accurata e precisa.
Una volta esclusi fattori organici come causa scatenante del sintomo è importante indagare i fattori psicologici che possono essere implicati nello sviluppo delle crisi.
Sono ANSIA e DEPRESSIONE ad essere maggiormente associati a questa tipologia di disturbo a seguito di problematiche presenti in diversi ambiti come quello scolastico, familiare e di socializzazione.
Conflitti o tensioni all’interno del contesto familiare, difficoltà di socializzazione con il gruppo dei pari, scarso rendimento scolastico o eccessiva competitività ed infine, problematiche psicologiche concomitanti (tic, balbuzie, enuresi, disturbi del sonno o alimentari, ecc.) possono essere la causa o la conseguenza delle crisi cefalalgiche.
Risulta quindi estremamente importante la programmazione di una valutazione psicologico-clinica al fine di evitare la cronicizzazione del disturbo e di aiutare il bambino a superare il momento di difficoltà.
A cura della Dott.ssa Irene Agostini
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Cerutti, V. Guidetti, 2007, “Psicosomatica in età evolutiva”, Ed. Il Pensiero Scientifico Editore