L’anoressia è caratterizzata da un’estrema paura di ingrassare con la tendenza, quindi, ad avere un BMI (Indice di massa corporea) sotto la soglia, dalla percezione di più parti del corpo come gambe, pancia, braccia più grandi di quanto non siano in realtà. E’ caratterizzata inoltre dalla restrizione degli alimenti e/o da condotte di compensazione come vomito, attività fisica, abuso di lassativi e diuretici.
NON bisogna MAI e dico MAI sottovalutare l’insorgenza di questo disturbo o la sua presenza in forma lieve.
Anche se il BMI è superiore a 17 Kg/m2 ricordiamoci che siamo di fronte ad una forma LIEVE non siamo di fronte ad un’assenza della malattia (in presenza di altri sintomi). Grazie anche alla categorizzazione di Ilio Masci, psicoterapeuta sistemico relazionale, basata sul DSM IV, sono state rintracciate quattro tipologie di personalità prevalenti nelle persone che soffrono di anoressia e, tra queste, quella OSSESSIVO COMPULSIVA non si presenta in forma grave, nè rispetto alla restrizione nè alle abbuffate.
NON PER QUESTO LA PERSONA NON STA SOFFRENDO o non è attanagliata da pensieri e limitazioni che le impediscono di vivere pienamente la sua vita.
Sovente accade che tutte le tensioni familiari, presenti già da prima dell’insorgenza del disturbo della figlia o del figlio, si concentrano sull’alimentazione di questi ultimi.
I livelli di controllo sul cibo aumentano e proporzionalmente aumenta il rifiuto!
PRIMA REGOLA:
Più focalizzate l’attenzione sul cibo più il braccio di ferro si inasprisce
quindi——> quando siete a tavola disponete il cibo al centro e non parlate di quanto la persona sta mangiando e dovrebbe mangiare, NON INSISTETE!
SECONDA REGOLA:
Rivolgetevi ad un professionista specializzato o in privato o nel pubblico che possa però offrirvi un lavoro di equìpe: PSICHIATRICO, PSICOTERAPEUTICO (familiare e individuale) e NUTRIZIONALE.
La famiglia per anni è stata ritenuta la causa di questo terribile disturbo, non facendo altro che far sentire colpevoli i genitori già sufficientemente angosciati da un disturbo che non di rado può portare alla morte.
TERZA REGOLA:
Parlo a voi genitori, VOI siete la nostra più grande risorsa, se ci aiutate e collaborate con noi il lavoro che condurrete a casa sarà fondamentale per aiutare i vostri figli ad uscire da questo infernale tunnel.
LA VOSTRA RESPONSABILITA’ E’ DI NON SOTTOVALUTARE IL PROBLEMA E DI PRENDERE CONTATTO IMMEDIATAMENTE CON QUALCUNO CHE SAPRA’ COME AIUTARVI!
QUALI SEGNALI DEVONO FAR SCATTARE I CAMPANELLI D’ALLARME?
-Restrizione delle relazioni sociali (questo sovente accade anche durante l’insorgenza di altri disturbi)
– Eccesso di attività fisica (usate il vostro buon senso per definire l’eccesso)
– Estrema attenzione per la forma fisica
– Sentimenti di inadeguatezza, vergogna
– Fazzoletti pieni di “saliva” per casa
– Non aumento di peso anche in condizioni di un normale regime alimentare
– Eccessivo tempo trascorso in bagno a seguito dei pasti
– Carte di cibi o cibi intatti nascosti nella camera o per casa
SE AVETE DUBBI NON ESITATE A CONTATTARMI PER UN PRIMO COLLOQUIO!
Nella settimana della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne presentiamo il seminario “Credevo fosse amore…” per capire insieme non solo come individuare una relazione violenta, diversificandola dalla dipendenza affettiva, ma anche come aiutare una persona con questa problematica. Diventare agenti di cambiamento per voi stessi e per gli altri! Vi aspettiamo per il primo incontro del ciclo di seminari “Ora dipende date” il 20 Novembre 2018 in Via Arno 4 alle 20:30. Per info e prenotazione obbligatoria riferirsi ai contatti della brochure o a quelli presenti in questo sito.
Io e la Dott.ssa Camilla Annibaldi siamo liete di presentarvi il nostro nuovo progetto!
Si tratta di seminari esperienziali legati alla tematica della dipendenza e delle relazioni connotate dalla violenza.
Siamo entrambe “legate” a questi argomenti e negli anni abbiamo acquisito esperienza professionale in questo ambito.
Tutti i martedì a partire dal 20 Novembre 2018 alle ore 20:30 vi aspettiamo in Via Arno 4. Per info ed iscrizioni potete contattarci telefonicamente o via mail.
Noi non vediamo l’ora di cominciare e di parlarne con voi 💪🏻🤗
A cura della Dott.ssa Irene Agostini
Chi di voi sta seguendo X FACTOR sa che la canzone di Martina Attili “Cherofobia” ha letteralmente spopolato. È quella che fa così “…Questa è la mia cherofobia, no non è negatività, questa è la mia cherofobia, fa paura la felicità…”
La cherofobia non è esattamente ciò di cui parla lei se andiamo a leggere attentamente il testo della canzone, ma parla di un vissuto estremamente comune: LA PAURA DI ESSERE FELICI.
La felicità non è ovviamente uno stato raggiungibile e mantenibile, esistono dei momenti felici. Il godersi la vita ed il vivere sfruttando appieno le nostre energie vitali si avvicina di più a ciò di cui vi sto parlando. Chi non ha avuto un’infanzia serena, chi ha vissuto lunghi periodi di stress o chi ha ricevuto come insegnamento che le relazioni ed il mondo in generale sono pericolosi, tende a vivere questa difficoltà.
Seppur pagando un prezzo altissimo, il malessere, il dolore, la concentrazione sulle cose che non vanno è un vissuto più conosciuto e paradossalmente meno spaventoso! PER QUESTO SIAMO PREPARATI!
Godere significa lasciar andare il controllo e godersi il viaggio significa accettare di correre dei rischi senza farsi trovare preparati.
Accettare l’imprevedibilità della vita, che comunque continuerà a non essere prevedibile e controllabile nonostante i nostri sforzi, significa godersi il viaggio.
C. in terapia mi dice “Quando sono rilassata mi ricordo che devo preoccuparmi per qualcosa”.
G., quando gli chiedo cosa si porta via di buono per sé alla fine della seduta, mi dice una serie di cose importanti per lui che ha sentito e poi aggiunge “Una parte di me già sta pensando a tutto ciò che invece ancora non funziona”.
Entrambi hanno vissuti difficili, hanno avuto infanzie difficili. C. ha avuto una madre intrusiva, ipercritica e fredda; un padre assente a cui si ribella e con cui entra in contatto disconfermando il suo ruolo. G. ha avuto una mamma così ansiosa da dirgli continuamente di non essere autentico e vero perché chissà cosa gli altri avrebbero pensato di lui ed un padre depresso e ansioso che vede sempre il bicchiere mezzo vuoto.
Quando vivi da sempre in guardia, in attesa del pericolo e dell’attacco, goderti la vita diventa un’impresa davvero difficile,
E’ COME SE LA PAURA, LA PREOCCUPAZIONE ED A VOLTE IL TERRORE DIVENISSERO IL VELENO CHE INTOSSICA LE NOSTRE ESISTENZE.
E tu che cosa ne pensi? Vivi una situazione similare? Hai dei vissuti in comune con quelli appena descritti?