Cosa ha significato la terapia per C.

Ho deciso di intraprendere il percorso di terapia nel momento in cui sono rimasta incinta: era una cosa alla quale pensavo da tempo, ma mi sono convinta solo nel momento in cui ho capito che difficilmente avrei gestito la nuova situazione con la calma di cui avrebbe avuto bisogno. La mia esperienza personale mi ha insegnato che c’è ancora molto stigma su tutto ciò che riguarda la psicoterapia, e che le persone ti guardano in maniera diversa quando sanno che vedi uno psicoterapeuta. Per quanto mi riguarda, nonostante persone anche vicinissime a me fossero in terapia, ho sempre semplicemente pensato che, finché riuscivo a fare le cose della mia vita, non avrei avuto bisogno di seguirne una. Eppure ho capito che non c’è bisogno di spingersi fino al limite per farlo: a volte si ha semplicemente bisogno di parlare con una persona che non fa parte della tua cerchia di affetti, per non sentirsi giudicati o incompresi. Per quanto possa dirmi fortunata a frequentare persone in grado di ascoltarmi e capirmi, il punto di vista di una persona obiettiva sulla tua vita, su una relazione, su una situazione che ti dà pena, è veramente uno strumento potente, che aiuta a riflettere e fare chiarezza. Questo non significa che i problemi della tua vita saranno magicamente risolti, tuttavia ogni volta che ci si trova in una tale situazione, di rabbia, paura, tristezza, una voce nella testa ti aiuterà a capire meglio la dinamica che ti ha portato lì, e in qualche modo si riuscirà ad affrontarla in maniera diversa. Direi che con la terapia magari non si diventa supereroi, ma sicuramente si impara ad analizzare meglio sé stessi, senza giudicarsi.